Ho appena appreso grazie a un paio di benemeriti (qua Wil e qua Fabio Chiusi) che il signore qui accanto (immortalato mentre sta mostrando la dimensione del proprio intelletto) si accingerebbe, nientepopòdimenoche a spiegarci
"perché la presunta operazione trasparenza in realtà è un inganno contro la libertà e lo fa nel libro "Contro Assange, oltre Assange, in allegato domani con il Giornale".
(Estiqaatsi!! pensa che è bene che tutti possono pubblicare libro dove dire quello che vogliono. Augh!)
Trepidando (e tremando) nell'attesa, la chicca dell'articolo sul Giornale è rappresentata dall'essere stato il suo estensore Gian Maria De Francesco capace, senza sbafare il manoscritto a causa degli sghignazzi, di mettere insieme nella stessa frase il nostro maître-a-penser (Capezzone, meglio specificarlo) con un altro scrittorucolo da 4 soldi, che a malapena abbiamo sentito nominare noi che siamo l'elitè culturale della sinistra snobista:
"Quello che Martin Heidegger definiva lo «sbilanciamento sulla visività» tipico della contemporaneità è, nell’analisi di Capezzone, il predominio della «versione ufficiale», della ridondanza e della ripetitività di un messaggio come giustificazione della sua verità intrinseca. L’inganno della Rete (e dunque di Wikileaks) è la legittimazione dell’errore".
Applausi. Sipario.
Hasta luego.
[Photo credits: by Giuseppe Nicoloro - http://www.flickr.com/photos/giuseppenicoloro/]
E bravo a Capezzolone...
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