"Tu che chatti, twitti, stai su Facebook"...
"Tu che sei sempre al corrente delle ultime novità su Internet"...
Ecco elencate, in nessun ordine particolare, alcune delle espressioni più banali e scontate che mi sento rivolgere non così raramente come spererei (in azienda e fuori).
Premesso che ogni volta che mi si rivolgono così, mi sento cadere le braccia e diverse altre appendici del corpo, lo sconforto che mi coglie è generato dalla sottile (ma a volte nemmeno tanto) vena di sarcasmo e di compatimento nella voce dell'interlocutore, che sottende un "beato te che non capisci un c....o e puoi trastullarti così; noi invece che siamo uomini decisivi, dobbiamo badare alle cose concrete, quelle che fanno risultato e portano soldi".
A parte tutto questo - o forse *a causa* di tutto questo - mi sono chiesto solo per un attimo cosa significhi per me "essere sociale nel web".
Bene, in ottemperanza alla più pura formazione ingegneristica, vado a snocciolare l'apposito elenco puntato di significati:
- avere interesse e curiosità verso altri "frequentatori" del web, riconoscendone le varie capacità e le caratteristiche distintive
- essere umile nell'imparare ed ascoltare prima di proporre; e comunque sempre di proporre si tratta, mai di imporre
- avere il massimo e completo disinteresse nel dare i propri contributi, siano essi infimi o evidenti; non aspettarsi mai nulla in cambio è il modo migliore per ricevere tanto in cambio (già, anche se suona tanto strano nei nostri tempi, io sono convinto che gran parte del buono nell'essere social-web stia nell'essere al contempo assolutamente disinteressati e mossi solo dalla volontà di condividere, imparare, aiutare
- confidare ed attingere sempre e prima di tutto dal patrimonio di conoscenze ed esperienze che altri hanno già fatto sui nostri stessi problemi, per i quali esistono decine di soluzioni diverse già disponibili nella comunità on-line; a mia volta, poi, alimentare questo stesso patrimonio in ragione delle mie conoscenze e possibilità
- non sentirsi parte di una tribù o, peggio, in una sorta di riserva indiana: il peggior servizio che possiamo rendere alla socialità del web è quello di avallare o anche solo credere a chi parla del cosiddetto "popolo del web" - come se fosse qualcosa di diverso dal "popolo che va dall'ortolano"
La volontà e la consapevolezza di essere parte di un grande "fenomeno di massa" si sostengono sulla convinzione che il "fenomeno" stia prevalendo rispetto alla "massa".
Hasta luego.
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