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29/06/11

Trappolone

Anche io la penso come Tooby, l'olandese Volante.

Senza entrare nel merito dei contenuti della manovra (riportati schematicamente in questo bel post su Il Post :-), leggo però da Francesco Costa che:
"La colossale manovra finanziaria da 47 miliardi è in realtà un moscerino da appena 2 miliardi per il 2011 e 5 per il 2012. Nient’altro. Perché i 20 miliardi all’anno nel 2013 e nel 2014 sono molto sulla carta: si riferiscono a periodi successivi alle prossime elezioni politiche"

Ergo, penso anche io che questi qua abbiamo caricato un bel trappolone: ora si riempiranno la bocca di "manovra", "risanamento", "azione di governo", "controllo dei conti pubblici" e quant'altro.

Gli effetti immediati saranno poco più che un pietoso placebo, un linimento all'acqua di rose; e poi quando arriveranno "i botti" quelli veri, toccherà al prossimo governo (magari di centro-sinistra?) prendersene tutti gli oneri e i ben pochi onori.

E anche stavolta l'hanno pensata bene, 'sti filibustieri - e noi? Ecco:


Hasta luego.

[Photo credits | photo by bitzcelt via Flickr]


27/06/11

Aperto è meglio di chiuso

Questo post di Luca De Biase mi ha colpito abbastanza, perché contiene della frasi e dei concetti che sento molto miei, anche se non sono mai riuscito (o non ho mai saputo) esprimere chiaramente.
Ad esempio:
"[...] una tecnologia o un servizio che funziona in rete vale geometricamente di più man mano che crescono i suoi nodi."

D'altro canto:
"Un sistema del tutto privato e che sia usato completamente secondo le regole del suo proprietario genera probabilmente un ecosistema meno ricco, in termini di sviluppatori e utenti, di una tecnologia aperta della quale tutti si sentono fondamentalmente proprietari".

E qual è il sistema chiuso per eccellenza al quale motli di noi pensano in prima battuta? Esatto, proprio "quello là":
"Windows è stato per anni uno standard di fatto, proprietario e chiuso quanto bastava per massimizzare il vantaggio della Microsoft. Non è stato mai battuto direttamente. Casomai aggirato dalle funzioni di sistema operativo che si sono sviluppate sul web le cui regole e la cui proprietà sono decisamente uno standard pubblico. Sul web si possono pubblicare oggetti chiusi e oggetti aperti. Il loro successo è funzione degli obiettivi di chi li propone".
A ben vedere, poi, la diatriba non è tanto tra "chiuso" vs. "aperto", ma relativa all'ambiente nel quale tale confronto si esplica:
"Quello che conta non è tanto valutare quanto sia chiusa una particolare soluzione, ma quanto sia aperto l'ambiente nel quale tutte le soluzioni, più o meno chiuse, si confrontano. Perché solo l'apertura fondamentale dell'internet consente di pensare che per ogni tecnologia chiusa possa sempre nascere un'alternativa aperta che diminuisca la tentazione del monopolista di approfittare troppo del suo vantaggio".

E anche sulla chiusa non posso che concordare:
"Il tema non è contrapporre web e apps. E non è calcolare quanti usano le apps. Il tema è fare servizi che vadano prima a vantaggio di chi li usa poi di chi li fabbrica."

Hasta luego.

[Photo credits | photo by Piermario via Flickr]


Gag

UPDATE: se ne parla anche qui ( Luca De Biase), qui (JC Martin) e qui (Luigi Zambardino).
Qui una ricca "linkografia" sull'argomento

Tra le tante notizie interessanti che si sono "accumulate" in questo caldo weekend estivo - nel quale, lo confesso, ho prediletto spiaggia e ombrellone al web - mi ha colpito in particolare questa sulla delibera dell'Agcom.

Arrivatami come spesso succede attraverso un tweet (di ValigiaBlu), sono poi andato a leggere i link che rimandavano alla pagina sul sito di ValigiaBlu, al bell'articolo di quelli di Lettera 43 e al sito di wired.it con l'articolo dell'ottimo Guido Scorza (e già che mi trovavo ho anche firmato la petizione on-line che tenta di fermare la delibera dell'Agcom).

La cosa che più mi ha colpito, espressa nelle parole di Scorza, è questa:

"[...] Calabrò (presidente dell'Agcom, NdR) ed i suoi uffici hanno, definitivamente, dimostrato al Paese di essere tutto fuorché un’Autorità indipendente perché tale non può definirsi un’Autorità che ascolta, in audizione, decine di posizioni puntuali, documentate e ben strutturate e poi segue la strada indicatale dai soliti poteri – economici e politici – di sempre".

Ecco, appunto: i "soliti poteri di sempre": quelli che stanno emergendo (per chi fosse ancora talmente ingenuo da considerare la nostra una democrazia "vera") proprio in queste settimane di indagini, interecettazioni, indiscrezioni, sepolcri che si imbiancano di continuo.

Fino a poco tempo fa, forse, ci si poteva illudere che certi "atteggiamenti" di una (gran) parte del mondo politico verso il Web fosse frutto quasi esclusivo di ignoranza.

Ora credo che l'ignoranza abbia lasciato il posto a qualcosa di ancora peggiore e più subdolo: la volontà di irregimentare, inquadrare e ricondurre ai "soliti poteri di sempre" un ambiente per sua stessa natura incompatibile con qualunque di questi poteri.

Attenzione, messaggio ai naviganti: occhio a quelle imbarcazioni che si avvicinano all'orizzonte - non sono amichevoli come vogliono apparire. Guardate bene: quelle che sventolano sui loro pennoni non sono bandiere ma bavagli...

Hasta luego.

[Photo credits | photo By Tim1965 (Own work) [CC-BY-SA-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0) or GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html)], via Wikimedia Commons]


21/06/11

Sommo Poeta

"In qualsiasi altro Paese del mondo la vicenda giudiziaria della cosiddetta P4 sarebbe non solo intollerabile e inammissibile, ma soprattutto impensabile.In Italia ci siamo assuefatti, invece, ad una situazione abnorme e incredibile, senza che nessuna voce autorevole della cultura o della politica lanci un grido di allarme di fronte ad un vero e proprio degrado della giustizia, dell’informazione, delle istituzioni e della politica.

Senza considerare l’inaudita barbarie dell’esposizione al linciaggio mefitico di persone che non sono neppure sospettate di alcuna responsabilita’ penale". [...] "Sarebbe un segno di speranza per questo nostro povero Paese se per una volta esponenti di destra o di sinistra si levassero insieme a dire basta a questo abbrutimento senza fine della vita civile e democratica, che non giova a nessuno e che erode progressivamente le fondamenta comuni della nostra democrazia
".

Questo profluvio di prosa poetica, quasi un florilegio di sintassi aulica e nobile, è da attribuire ad uno dei maggiori poeti del nostro tempo, cioè Sandro Bondi.

Per vostra comodità riassumo l'elenco degli aggettivi che il sommo Bondi usa nell'angusto spazio di poche righe (ah, la maestrìa del Bondi...):
  • intollerabile
  • inammissibile
  • impensabile
  • abnorme
  • incredibile
  • autorevole
  • inaudita
  • mefitico
  • penale
  • povero
  • civile
  • democratica
  • comuni
Non male eh?
Che c'entra la foto d'apertura del post?
Ma come??
Non vedete l'apprezzamento che il Sommo Poeta Dante Alighieri esprime per mezzo della mimica facciale verso questo suo degno ed almeno altrettanto Sommo Discepolo??

Guai a voi, o anime prave!!!

Hasta luego.

"Sono uno splendido quarantenne"



In questi giorni stanno venendo fuori, come periodicamente avviene in questa Italietta di inzio secolo (ma anche in quella di fine secolo, e in quella di metà secolo, ...) tante "belle cosine": imbrogli, poteri sommersi, millantatori, leghe e secessioni, scommesse, poteri forti, consiglieri e faccendieri, corrotti, concussori, ... Insomma: di tutto.

E purtroppo "ci siamo tutti dentro, siamo tutti in ballo, perchè tanto sono tutti uguali, chi più chi meno, pensano solo a loro, e certo se ci potessi ricavare qualcosa pure per me lo farei senza scrupolo ..."

NO.
NO NO.
NO NO NO!!!

Non siamo TUTTI uguali. Questi discorsi hanno veramente fatto il loro tempo per non dire dei danni che hanno provocato.

Come dicevano gli antichi saggi? "Unicuique suum" ?
Esatto. Ad ognuno il suo, anzi, la sua responsabilità.

Quando si arriverà alla resa dei conti (e ci si arriverà, oh se ci si arriverà...) io non avrò pietà di nessuno (figurativamente parlando, s'intende); non farò "prigionieri", non ammorbidirò le colpe in un fasullo e fallace pietismo genericamente e egualitariamente distribuito.

Sarà forse per questo che "in questi giorni" sempre più spesso mi torna alla mente la metafora del maestro Nanni Moretti:

"VOI gridavate cose orrende e violentissime e VOI siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste ed ora sono uno splendido quarantenne".

Elitarismo? Giustizialismo?? No di certo; se la metafora viene correttamente interpretata, è l'esatto corrispondente moderno del "ad ognuno il suo".

 E' decisamente ora che ciascuno di noi - e di "loro" - si assuma le proprio responsabilità.

Hasta luego.

20/06/11

Trova le differenze























Dai, ve lo dò io un aiutino: non c'è nessuna differenza tra di due documenti.
Non tanto per i contenuti (dentro ognuno poteva scriverci tutto quello che voleva), quanto per il "valore" che hanno (pari a ZERO) e per la fine che faranno (devo suggerirvi quale parte del corpo aiuteranno a detergere oppure ve lo immaginate...?) per mano dei loro stessi estensori.

Hasta luego.


15/06/11

La parte peggiore dell'Italia



Questa è "la parte peggiore dell'Italia":












... ma anche quest'altra fa abbastanza schifo:




[Credits: grazie a Tafanus e a Lettera Viola]

UPDATE: sono onorato della telepatia con Alessandro Gilioli, con Stukhtra

14/06/11

Considerazioni referendarie

Dal momento che non possiedo né l'esperienza né la scaltrezza di un analista e neppure di un blogger di mestiere, non aspettatevi pensieri illuminanti o squarci di saggezza.
Però qualche considerazione - in ordine sparso - sui referendum di ieri vorrei provare a farla.

La prima che mi viene in mente è questa: la classe politica attuale e ancor più quella futura non possono più ignorare la rete ed i suoi strumenti sociali più visibili ed efficaci (i vari e, per noi, soliti Twitter, Facebook, blog e compagnia bella).

Questo non certo perché bisogna "stare al passo coi tempi" ma semplicemente perché ignorando questi strumenti, i loro meccanismi ed i loro risvolti social-sociologici (e necessariamente, dunque, politici) se ne perdono tutte le potenzialità.
In sintesi e schematicamente direi che non sono Twitter e Facebook che ti fanno vincere le elezioni, ma se ignori Twitter e Facebook parti con un enorme handicap che diventerà facilmente incolmabile (l'esempio più eclatante in tal senso mi sono sembrate le amministrative di Milano, dove Pisapia è stato molto più presente, in ascolto e ricettivo verso la Rete di quanto non abbia fatto la sua cotonata avversaria).

Altra considerazione che mi viene da fare è che la TV è uscita solennemente sconfitta - proprio come mezzo di informazione e comunicazione.
Infatti anche i patetici e puerili tentativi di "depistaggio" di TG1 e TG2, con le date dei referendum sbagliate ad arte (siamo troppo adulti e vaccinati per credere che si sia trattato solo di un caso: a chi la volete raccontare? Mi immagino la "pianificazione strategica" del Minzolicchio che, come un Napoleone de noantri, detta le linee strategiche: "Allora, nell'edizione delle 13 diamo le date sbagliate; poi alle 20 partiamo con un servizio sul cimurro dei cani in Nuova Zelanda e sul cetriolo-killer scagionato dal germoglio di soia reo confesso").
Anche la "sterilizzazione" della TV come mezzo di comunicazione di massa temo sia un risultato (probabilmente voluto) di questi anni di berlusconismo spinto all'eccesso. Diciamo che è stata l'onda lunga di Drive In.

Infine, l'ultimo pensiero che mi sento di proporre è ancora sui social network; mi pare che se da un lato siano strumenti potenti ed utili nel senso che ho cercato di spiegare sopra, dall'altro però non hanno (ancora ?) la capacità di aiutare a costruire personalità o figure di leader.
Quelle dobbiamo ancora trovarle da noi, ovvero costruirle con i "soliti" strumenti della partecipazione sociale, del confronto civile e della responsabilità individuale.

Per quanto mi riguarda sono sempre stato convinto che la figura di un leader si costruisca essenzialmente attorno alla sua capacità di fare delle scelte ed assumersene tutte (sottolineo: tutte) le responsabilità.
Queste sono caratteristiche che non possono essere surrogate da qualsiasi social network, ma i social network possono essere lo strumento fondamentale di verifica e di analisi.
E non è poco.

Hasta luego

[Photo credits | Photo by twenty_questions via Flickr]

10/06/11

Sipario

Ieri si è conclusa Annozero, la trasmissione di Santoro, Travaglio, Vauro.
Non ho potuto vederla dall'inizio ma non voglio che anche voi perdiate alcune delle parti migliori.

Di seguito trovate alcuni estratti.

Alla banda di Annozero va il mio ringraziamento, un in bocca al lupo ed un arrivederci speriamo presto ed in un luogo più libero.

Hasta luego.

L'editoriale di Michele Santoro

Cazziatone di Santoro a Castelli

L'editoriale di Travaglio

Versione integrale - parte I


Versione integrale - parte II


Versione integrale - parte III

< br/> Hasta luego, Annozero.

[Photo credits | Iguana Jo via Flickr]

09/06/11

Patrioti, a me!!

Per fortuna, alla fellonìa dell'Economist c'è chi ripara con "vivo e vibrante" patriottismo...:








... per non parlare dei patrioti "istituzionali":



Hasta luego.


Tanto so' tutti comunisti...

Ed eccoci assurti all'onore delle cronache per l'ennesima volta:

 


Hasta luego.

07/06/11

Aziendalisti

Stando agli ultimi sviluppi, pare proprio che Michelone Santoro lascerà mamma Rai per andare a La7.

Bene, cosa c'è di male, diranno i miei 4 lettori? :-)

Oh, niente. O meglio: non ci sarebbe niente di male se non fosse per un piccolo particolare...

Consideriamo per un attimo il fatto che, stando a questa fonte e a questi listini, 30 secondi di spot "medi" su Annozero valgono qualcosa come 57.000 euro (in altre parole: gli spazi pubblicitari della trasmissione vanno sul mercato a 120.000€/min, euro più, euro meno).

Ora, io non sono nè un businessman nè un politico, ma solo una persona (spero) mediamente intelligente e acculturata.
Ritengo dunque che disfarsi di quella che potrebbe essere definita come una cash-cow per motivi che sono tutto fuorché aziendalistici, mi pare una grande porcata (e mi si passi il tecnicismo).

Se - per fare un esempio - nell'azienda nella quale lavoro il direttore commerciale prendesse il prodotto che fa i volumi di vendita più alti o quello che fa i margini unitari migliori e se ne disfacesse (addirittura dandolo alla concorrenza), sapete quanto durerebbe quel direttore? Non riuscireste nemmeno a finire di leggere queste parole che sarebbe già stato defenestrato con un sonoro calcio nel deretano.

Qua invece abbiamo una direttora fresca fresca di nomina che piazza subito questo bel "colpo" (e non sarà nemmeno l'ultimo, temiamo): non so voi, ma io non le affiderei da gestire nemmeno la Caritas parrocchiale ...

Hasta luego.


[Photo credits | ScorciDemocratici Torino via Flickr]
 

Update1: sempre per la serie "quando distribuivano l'intelligenza, in molti hanno sbagliato fila", ecco la copertina del Giornale di Oggi:

(grazie a Lettera Viola per la segnalazione)

Update2: Aldo Grasso, testualmente: "avere una trasmissione che rende all'azienda il doppio di incasso rispetto ai costi e chiuderla è una follia"