Dell'intervento di Civati mi colpiscono alcuni passaggi; in primis l'affermazione:
"[...] l'intervista di oggi su Repubblica, insieme alle dichiarazioni del vice di ieri (che ha una vice-linea ormai da mesi), confondono il nostro elettorato e fanno pensare che se c'è qualcuno che se ne sta andando dal Pd, questo qualcuno sia rappresentato proprio dai suoi vertici".
Poi un secondo affondo - e non da poco! - verso il segretario:
"[...] abbiamo sempre perso, alle elezioni o subito dopo. Tranne una volta: quando sapemmo esprimere un leader (ma a Bersani, a cui la leadership non interessa, liquida la questione parlando di «organigramma»)" (l'enfasi è mia, NdR).
Pippo Civati delinea anche alcuni punti fondamentali della recovery map del PD:
- "Recuperare milioni di persone potrebbe essere la nostra priorità, politica ed elettorale
- [...] chiarire i rapporti con Vendola e Di Pietro, cercando occasioni pubbliche e trasparenti in cui precisare che cosa si intende fare insieme
- Rispettare le linee congressuali
- Chiarire il concetto di «moderato»
- Estendere le primarie alla scelta dei parlamentari
- Presentare una proposta di legge elettorale compiuta
- Lo «schema Puglia», che qualcuno rivendica con orgoglio (!), ci ricorda che per vincere bisogna disarticolare le destre"
"Perché qualcuno dice che il Pd forse non esiste più. E, dopo l'intervista di oggi, non ha tutti i torti"
Insomma, a mio modesto parere qualcuno che le idee chiare le ha c'è, nel PD o in quello che ne rimane - è ora (e adopero l'indicativo non a caso) che ci si dia da fare per "fare", per intraprendere una rotta.
L'importante è che questa rotta, più che "giusta" sia "mantenibile e mantenuta".
Come piace ripetere sempre a me, "giocare a testa alta", questo dobbiamo fare, e non discutere sempre e solo degli schemi: stanno per finire anche i tempi supplementari..........
Hasta luego.
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