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07/05/11

(S)vincoli

Premetto subito che io non sono né un profondo conoscitore della Costituzione della Repubblica Italiana (se non per quei 5 o 6 articoli che sin da piccoli qualcuno ci "inculca" - vero Presidente Berlusconi?), né un esperto di diritto o di politica.

Però mi è sempre rimasto un dubbio che vorrei esporre qui con calma e, se riesco, con chiarezza.

Mi riferisco in particolare al famoso (?) articolo 67 del nostro libello, dove si afferma che:






Bene.
Ora vado a consultare un vocabolario qualsiasi e trovo che:

Senza arrivare al significato "estremo"  numero 3 ("ordine"), mi sembra che già il primo ("incarico che si dà a qualcuno di agire in vece nostra") sia chiaro.

Se io "dò mandato" a qualcuno (attraverso un qualche metodo, ad esempio delle regolari elezioni), mi aspetto che quel qualcuno agisca in vece mia, cioè come se io fossi lì.

Ora, naturalmente, visto che stiamo parlando di democrazia e di voto, non è pensabile che ogni singolo individuo votante veda rappresentata la sua peculiare volontà, no?

Ergo, sarà giocoforza che si creino delle "aggregazioni" di volontà dei singoli attorno a quelli che siamo soliti chiamare "programmi elettorali", "accordi di coalizione" o una della cento altre possibili e più o meno fumose definizioni che certo tutti conoscono.

Bene, quindi noi votiamo questa o quella lista (e i signori che ne fanno parte, visto che al momento ce li propongono in "bundle", ovvero come un insieme inscindibile, della serie "prendere - in blocco - o lasciare") sulla base degli impegni che questi signori dichiarano di voler portare avanti.

A questo punto irrompe la cosa che per me è incomprensibile, e cioè: ma perché "senza vincolo di mandato"??

Immagino - nella mia ignoranza della storia repubblicana e costituzionale - che questa precisazione volesse essere un ulteriore baluardo a difesa della indipendenza ed autonomia dei rappresentanti del popolo in parlamento.

D'accordo, ci sto.

Ma perché il restare fedeli, o meglio, "vincolati" al "mandato" degli elettori deve essere espressamente escluso, quasi come se, una volta eletti, i nostri rappresentanti entrassero in una zona franca della politica e dell'etica nella quale si possono sentire del tutto sciolti da qualsiasi impegno e da qualsiasi "vincolo", fosse anche quello in base al quale ci hanno convinto a votarli?

Se i rappresentanti si comportano e legiferano in accordo con il mandato di chi li ha delegati, agiscono forse contro il loro (dei "mandanti") interesse e volere?

O forse non lo disattendono maggiormente proprio nel momento in cui, liberatisi da ogni "vincolo di mandato" si comportano come le condizioni del momento - per dire - li spingono a fare? 
Devo forse citare i tanti cambi di casacca ai quali proprio in queste settimane stiamo assistendo (tra le altre cose lautamente ricompensate, sia cash sia con incarichi magari creati ad hoc) per convincermi di quanto sia fuorviante quella condizione di assenza di vincolo al mandato?

Io ritengo che invece i rappresentanti degli elettori dovrebbero proprio essere vincolati al mandato che gli elettori loro conferiscono, e rispondere di eventuali disallineamenti o incoerenze rispetto ad esso.

Nella mia schematica ed ingegneristica visione della vita, lo schema che ho davanti agli occhi è:
1. mi si dice: "faremo A, B e C"
2. mi convince il programma e vi voto
3. una volta eletti, poiché siete "senza vincolo di mandato", potete fare A, B e C, ma anche solo D, oppure A ed F
4. io dico "ma s'era detto che avreste fatto A, B e C"
5. mi si risponde: "non siamo vincolati a nessun mandato, ex art. 67 della Costituzione, quindi non possiamo essere chiamati a rispondere di questo disallineamento tra quanto promesso e quanto (non) realizzato"

Mi piacerebbe tanto riuscire a capire, ma per il momento - e viste le oggettive risultanze di questi ultimi tempi - per me "senza vincolo di mandato" is the new "mi sento autorizzato a fare quello che mi pare", con l'aggravante di essere mascherato da garanzia costituzionalmente garantita.

Permettete che, se non proprio incazzarmi, almeno rimanga alquanto perplesso?

Hasta luego.

P.S.: non so se avete notato, ma ho usato espressioni quali "regolari elezioni", "democrazia", "etica", "impegni".
Tenuto conto della palese inadeguatezza di gran parte della nostra classe politica nel confrontarsi con il significato più profondo e puro di tali termini, spero almeno apprezzerete il mio grande sforzo nel mantenermi serio durante la redazione del post.
Grazie :-)

[Photo credits | picture by auraelius via Flickr]

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