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03/05/11

The Wall

Prendo spunto da un ottimo post di Alessandro Gilioli sul suo blog "Piovono rane" (prima o poi dovrò capire il perché di questo nome...).

Si è svolto a Roma - anzi, in Vaticano! -  il Vatican Blog Meeting.

Confesso: leggendo nei giorni precedenti questa notizia sui miei feed (ad esempio, anche Massimo Mantellini ne aveva accennato nel suo blog), ero rimasto abbastanza sorpreso e scettico.

"Sorpreso" (positivamente) del fatto che la Chiesa volesse in qualche modo (il "suo"?) approfondire la conoscenza e le particolarità di questo mondo così variegato e articolato, quello dei blogger.
"Scettico" perché un certo retrogusto di "deja vu" mi spingeva a sentire che non fosse esattamente uno spirito di conoscenza nel senso puro del termine a muovere il tutto, quanto piuttosto forse la (inconscia? Mah...) volontà di capire se e come questo mondo potesse in qualche modo essere ricondotto alle categorie funzionali alle gerarchie ecclesiastiche.

Poi, però, da empirico quale mi ritengo, mi sono detto: "Nessun pregiudizio, lasciamo che il tutto si svolga e vediamo".

Ovviamente, non essendo né stato invitato (che strano, eh?! ;) né potendo in qualche modo, per mere ragioni geografiche,l presenziare da vicino all'evento, mi sono basato sulle prime reazioni che mi sono pervenute, e tra queste appunto quella di Alessandro Gilioli, uno dei blogger da me maggiormente stimati.

Purtroppo le impressioni di Gilioli confermano le mie; anche a lui infatti il tutto è sembrato
"un tentativo di apertura e di contaminazione (oddio, forse quest’ultima parola è un po’ eccessiva, diciamo che la uso per incoraggiamento) e quindi come tale da apprezzare".

Poi, però
"[...] non è che tutta questa apertura si sia vista nei discorsi che sono arrivati dal palco – e nemmeno nella gran parte delle domande della platea."

E sapete perchè? Perché
"[...] i discorsi [...] partivano da un postulato non detto ma largamente sottinteso: quello in base al quale la Rete è uno strumento di proselitismo, punto, fine".

Ecco, il conquibus sta tutto qui.
E' lo stesso errore che commette la gran parte dei nostri politici i quali, rendendosi conto di non poter ignorare il "mondo di Internet", decidono di affrontarlo nel modo più sbagliato possibile (tanto che alla fine ignorarlo sarebbe stata di gran lunga una scelta migliore per loro!!), ovvero considerarlo come una grossa protesi dei mezzi di comunicazione tradizionali (o mainstream, se volete) - TV, radio, giornali.
E cosa hanno questi mezzi in comune tra di loro? Esatto! La "unidirezionalità": io politico parlo, tu elettore ascolti, ti abbeveri e ti pasci.

La Chiesa temo sia caduta nello stesso equivoco quando vuole "conoscere il mondo dei blog". Vale a dire: capiamo in quale crepa poter infilare il cuneo per poter scardinare il meccanismo della bidirezionalità e della creazione dei contenuti da parte degli utenti (o "prosumer", come anche Wikinomics ci ha spiegato) ed usare il web come "uno strumento di proselitismo".

Ovviamente ritengo anche, molto modestamente, che, anche grazie ad esempi deleteri e deteriori, stiano grossolanamente sbagliando mira per ritrovarsi poi con delle gran pive nel sacco.

Purtroppo, però, (e sottolineo purtroppo, senza ironia alcuna) il rischio è che venga a mancare un apporto di contributi e di contenuti, secondo un approccio web 2.0, da chi qualcosa avrebbe da offrire e da scambiare.

Hasta luego.



[Photo credits | By Roger Bunyan (Own work) [GFDL (www.gnu.org/copyleft/fdl.html), CC-BY-SA-3.0 (www.creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/) or CC-BY-2.5 (www.creativecommons.org/licenses/by/2.5)], via Wikimedia Commons]

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