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20/04/11

Raccolta differenziata

Ieri sera sono stato ad una riunione indetta dal piccolo comune nel quale abito: si parlava dell'avvio, a brevissimo, della raccolta differenziata.

D'accordo, mi sono perso una puntata di Ballarò che deve essere stata elettrizzantissima, visti gli ospiti presenti in studio: "[...] il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini, il vice segretario del PD Enrico Letta, il presidente della regione Piemonte Roberto Cota della Lega Nord, Flavia Perina di FLI,  il filosofo Dario Antiseri, il direttore del Tempo Mario Sechi, il giornalista di Repubblica Giovanni Valentini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli."). 
Dopotutto, però, sempre di rifiuti e di riciclaggio si parlava, quindi ho preferito andare a capire come sarà organizzata la raccolta differenziata nella mia zona, ed ho imparato, per esempio, che:
  • la raccolta sarà fatta con il metodo cosiddetto del "porta a porta spinto", che non è il marketing diretto di materiale pornografico effettuato da Bruno Vespa (per quello ci pensa già lui con la sua ben nota trasmissione su Rai 1); significa invece che il gestore del servizio raccoglierà i contenitori con le varie tipologie di rifiuto direttamente presso le nostre abitazioni
  • la "plastica" non è tutta uguale: a parità di materiale, infatti, viene accettato come riciclabile solo quello adoperato per "imballaggi e contenitori". In parole povere: anche se adoperano la stessa plastica per fare una bottiglia d'acqua, diciamo, ed un bicchiere usa e getta, la prima viene differenziata e riciclata, la seconda finisce nell'indifferenziata. E sapete perché? Perché il produttore di acqua (come della carne che acquistiamo al supermercato e così via) paga una tassa "preventiva" che dovrà essere adoperata proprio per lo smaltimento dell'imballaggio adoperato per il suo prodotto.
    In pratica, per la plastica non si ragiona più sulla base del "materiale" ma del "chi paga e chi no" (tra i produttori) per lo smaltimento........ Mah!
  • "in prospettiva la TARSU diventerà una TIA (??), cioè un'imposta puntuale: meno indifferenziata produco e meno pago": riporto le testuali parole di un responsabile del gestore del servizio che ha fatto questo scoop sul quale nemmeno il sindaco o gli assessori comunali presenti in forze hanno avuto nulla da ridire, precisare, obiettare.
Ma la cosa più importante che ho imparato è stata, purtroppo, una conferma di qualcosa della quale ero già convinto.
Questa, come numerose altre iniziative nel nostro Paese, può avere successo e quindi produrre benefici per l'intera comunità, se e solo se ognuno degli individui è disposto a rinunciare ad un pezzettino dei suoi privilegi, o comodità, o abitudini - chiamiamole come vogliamo.

Certo, non è detto che ognuno possa rinunciare ad un pezzettino esattamente uguale a quello di un altro (del resto il comunismo lo tiriamo in ballo solo quando ci fa (s)comodo, no?), ma se non si perde di vista per un attimo il proprio tornaconto personale, non si può contribuire a quello della comunità.

Qualcuno più acculturato del sottoscritto potrebbe discettare di resistenza al cambiamento; io più modestamente penso che rinunciando tutti a qualcosa di piccolo si può ottenere qualcosa di grande per tutti.
I segnali che ho visto e le domande che sono state fatte ieri sera, però, non mi hanno confortato troppo. Speriamo si tratti solo dell'innata vocazione a lamentarsi sempre e comunque, e poi a fare le cose che vanno fatte, piuttosto che della tentazione di mostrarsi più furbi (?) degli altri e trovare uno o più modi per svicolare alle regole.

Regole e responsabilità, due tra le cause più frequenti di allergie tra gli italiani :-/

Hasta luego.

[Photo credits: picture by xiaming | via Flickr]

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